Accio (Elio Germano) è la disperazione dei suoi genitori, scontroso e attaccabrighe, un istintivo col cuore in gola che vive ogni battaglia come una guerra. Suo fratello Manrico (Riccardo Scamarcio) è bello, carismatico, amato da tutti, ma altrettanto pericoloso…
Nella provincia italiana degli anni ’60 e ’70, i due giovani corrono su opposti fronti politici, amano la stessa donna e attraversano, in un confronto senza fine, una stagione fatta di fughe, di ritorni, di botte e di grandi passioni. “Mio fratello è figlio unico” è un racconto di formazione dove sfilano quindici anni di storia d’Italia attraverso le avventure di Accio e Manrico, due fratelli diversi, ma non troppo…
Il regista Daniele Lucchetti ha messo in primo piano una coppia di attori giovanissimi e già affermati (Elio Germano e Riccardo Scamarcio) accanto ad altri di grande esperienza (Luca Zingaretti, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio e Anna Bonaiuto). Nel film varie canzoni dell’epoca, tra gli anni ’60 e ’70, scandiscono il procedere del tempo. Quella finale di Nada è stata rivisitata in splendida versione acustica.
“Mio fratello è figlio unico” non è un film politico. E’ un film di esseri umani che amano, soffrono, ridono e fanno anche politica. Il film non prende posizione politicamente: racconta di persone che prendono posizione. Questa credo sia stata la mia chiave. L’elemento umano, affettivo ed emotivo al centro di tutto.